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Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia alla sua seconda legislatura e componente della Commissione Ambiente, sin dalla sua prima elezione ha sempre seguito con grande interesse e competenza i temi legati alle infrastrutture, ambiente, edilizia.
Da ultimo è stata relatrice di uno dei provvedimenti più importanti ed attesi, il Codice degli Appalti.
Il tema è tradizionalmente un tema ostico e oggetto di una stratificazione normativa che nel tempo ha reso sempre molto complesso il quadro di riferimento.
Da qui la necessità di redigere un testo che raccogliendo le istanze di tutti gli operatori, una platea vastissima, facesse chiarezza.
D. Onorevole partiamo subito con una domanda diretta. Il tanto atteso Codice degli Appalti ha forse tradito le attese o è il migliore risultato che si poteva ottenere?
“Dai commenti dell’Italia produttiva che leggiamo sempre proprio che abbia intercettato dei bisogni reali fino ad oggi non tenuti adeguatamente in considerazione. Ovviamente, nessuna legge è perfetta ma rispetto al precedente codice del 2016 non ci sono termini di paragone sia sul piano dei principi sia nella chiarezza e nella linearità del corpus normativo”.
D. Nel codice è previsto il blocco tutte le gare per appalti di 5 milioni di euro, secondo lei ciò può realmente portare ad un problema di trasparenza, di cartelli e blocchi economici a discapito della qualità o si tratta solo di polemiche strumentali?
“Più che strumentali sono infondate. Il nuovo codice permette il giusto bilanciamento tra l’esigenza di fare le opere, perché vanno fatte in quanto risultato di tutto il sistema Paese, e la qualità delle stesse, che va comunque garantita. Fra l’altro già da anni con i vari decreti semplificazione si adotta questa procedura detta negoziata. È un codice per fare, non per ingolfare i tribunali. E il problema delle possibili infiltrazioni illegali non si combatte con il codice appalti ma con i controlli e il rispetto delle leggi. In più, a questo codice hanno contribuito tutti anche il consiglio di Stato che ha aiutato e non poco”.
D. Ritiene che le nuove norme consentano come auspicato un taglio alla burocrazia ed una spinta e velocizza i cantieri?
“Decisamente. È uno dei punti cardine del nuovo codice. Grazie a una modifica che ho fortemente voluto come il taglio dei livelli di progettazione, dai precedenti tre agli attuali due, si può arrivare a risparmiare anche un anno di tempo, dunque anche risorse. Abbiamo portato a casa anche un taglio sensibile della burocrazia e, non ultimo, una riscrittura totalmente garantista delle norme sull’esclusione per aziende e professionisti. Anche questo permette un grande risparmio di tempo, risorse, processi, ricorsi”.
D. Che impatto avranno le nuove norme rispetto ai progetti ed obiettivi previsti dal PNRR?
“La riforma del codice appalti era indispensabile e propedeutica per ottenere i fondi PNRR: le opere verranno fatte con una norma specifica presente nello stesso codice oltre nel decreto semplificazione. Detto ciò, anche il PNRR avrebbe bisogno di una ricognizione: puntare di più sui progetti veramente concreti e dall’impatto positivo per la comunità, infrastrutture e simili, e non su cose astratte e/o mirabolanti, cercando così di spendere tutti i soldi ma con buonsenso”.
D. Le nuove disposizioni del Codice degli Appalti acquisiranno efficacia dal 1° luglio 2023. Era forse meglio un rinvio?
“Abbiamo già previsto un’entrata in vigore scaglionata per evitare l’ingorgo o lo shock normativo. Però il codice deve essere operativo nei tempi scritti nella legge delega, altrimenti rischiamo una procedura d’infrazione da parte della UE. Ricordo inoltre che la parte sulla digitalizzazione diventerà vigente dal 1° gennaio 2024. C’è il giusto tempo per assorbirlo”.
D. Lo schema del Codice degli Appalti è stato redatto dal Consiglio di Stato presieduto dal compianto Franco Frattini. È stato un lavoro che il Presidente Frattini ha voluto fortemente portare a termine nonostante le sue condizioni di salute. Lei che lo ha conosciuto e gli è stata vicina politicamente vuole darci un ricordo?
“Vorrei solo dire che gli sarò sempre grata per la cortesia, la disponibilità, per il senso delle Istituzioni che mi ha trasmesso e che dev’esser d’esempio per tutti. Dobbiamo tutti ringraziarlo, per la volontà di concretizzare il codice appalti; anche per questo ho sentito ancor più responsabilità e ho dato del mio meglio in qualità di relatrice”.