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Itaca, per noi occidentali, è la metafora del ritorno a casa. Il ritorno a casa dell’astuto Ulisse come descritto dal cantore cieco Omero nell’Odissea.

Itaca è anche la poesia composta nel 1911 da Costantino Kavafis e considerata il suo capolavoro.

Nella poesia di Kavafis Itaca non è solo il ritorno a casa, ma simboleggia la ragione e la modalità del lungo viaggio che ogni uomo fa attraverso la vita.

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze.”

Non bisogna avere fretta di arrivare, ma godersi il viaggio della vita per accrescere le nostre conoscenze ed esperienze. Il senso del viaggio è il viaggio stesso e le casualità ed imprevisti che si incontreranno lungo il percorso.

Le paure, gli ostacoli e i dolori, personificati nei Lestrigoni, nei Ciclopi e nel dio Poseidone devono essere affrontate perché solo attraverso queste esperienze l’uomo potrà conoscere veramente sé stesso.

L’eroe è chiamato ad affrontare i demoni che si annidano nel profondo della sua anima, deve provare l’inquietudine e le turbolenze del mare: il viaggio è questo, null’altro

Itaca è una poesia che sarà sempre attuale.

D’altro canto, Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo, nel 1930 disse di Costantino Kavafis:

Anche tu, Kavafis, sei un futurista. Sei un uomo del passato, un poeta, ma fino a un certo punto. (…) Le tue idee sono ecumeniche, ricrei in maniera perfetta e affascinante le epoche del passato, e le collochi nel presente; in breve, hai spezzato i fili che ti legano al marcio mondo poetico del romanticismo lacrimoso, e ai suoi temi, buoni solo per l’organetto.”

ITACA

Quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada sia lunga, fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi o la furia di Nettuno non temere, non sarà questo il genere di incontri se il pensiero resta alto e un sentimento fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo, ne’ nell’irato Nettuno incapperai se non li porti dentro se l’anima non te li mette contro.
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti quando nei porti – finalmente e con che gioia – toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista madreperle coralli ebano e ambre tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi, va in molte città egizie impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca – raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio; fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio metta piede sull’isola, tu, ricco dei tesori accumulati per strada senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio, senza di lei mai ti saresti messo sulla strada: che cos’altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.