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Un ministero per le Politiche del mare é di certo una delle più importanti innovazioni introdotte del Governo Meloni: un dato su cui tutti concordano e che ha incontrato il gradimento di operatori economici, categorie e organismi del settore. L’errore che, di solito, si fa é appiattirne la missione sulla tanto dibattuta questione delle concessioni balneari; é riduttivo, molto. In realtà il dicastero, affidato al ministro Nello Musumeci, intercetta una domanda che viene dal trend fortissimo che si registra in Europa e nel mondo che é quello di puntare sull’Economia Blu; la quale, ancor prima di una serie di attività, é una filosofia: mettere insieme, in una relazione di compatibilità, la produzione e l’ambiente; una visione unitaria, nella dimensione della sostenibilità. L’Italia non ha una politica marittima organica ormai da decenni: sono trascorsi quasi 30 anni dalla soppressione del ministero della Marina mercantile e le sue attribuzioni sono finite frammentate in nove ministeri. Il nuovo governo ha cercato di porvi rimedio con una delega specifica affidata a un Ministro, ma anche con l’istituzione del Cipom, il Comitato interministeriale cui prendono parte rappresentanti di nove amministrazioni centrali, presieduto dallo stesso Musumeci. Il Comitato, che si é insediato a fine marzo, in base al nuovo articolo 4-bis del D.Lgs. 303/1999, ha il compito di coordinare e promuovere l’azione dell’esecutivo assicurando la definizione degli indirizzi strategici delle politiche del mare. Ma, certamente, la sua competenza più rilevante é quella della elaborazione e approvazione del Piano del Mare, con cadenza triennale: il primo Piano sarà approvato entro il 31 luglio. Il Comitato – tramite la struttura di missione guidata da Luca Salamone, che si avvale di esperti dotati di specifiche professionalità e funzionari interni – sta già dando vita ad audizioni di gruppi e organizzazioni di settore in vista della redazione del Piano. L’arco delle materie é molto ampio: si va dalla pesca, al turismo, al sistema portuale, alle risorse energetiche, all’archeologia subacquea, alla tutela e valorizzazione della risorsa mare dal punto di vista ecologico, ambientale, logistico, economico, fino alla riduzione degli svantaggi dell’insularità, anche nell’ottica delle relazioni geopolitiche che danno centralità al nostro Paese nel Mediterraneo. Un “mare di questioni” si potrebbe dire, che hanno avuto quest’anno un momento di visibilità col ciclo di iniziative tenutesi in tutta Italia, da Napoli a Genova, a Catania: lo start lo ha impresso la Giornata del Mare celebrata l’11 aprile scorso, che quest’anno ha avuto un rilancio in termini di visibilità e di partecipazione. Un ciclo di manifestazioni che si concluderà il 16 maggio con un evento che sarà ospitato nella tenuta quirinalizia di Castelporziano e che vedrà la partecipazione di Autorità di governo, di istituzioni sociali e culturali e amministratori delle piccole isole, alla presenza del Presidente Mattarella. Una “benedizione”, quella del Capo dello Stato, che dà impulso a questa grande sfida per l’Italia e per le sue ambizioni a darsi finalmente una politica marittima, secondo la sua più naturale vocazione.