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“Il processo di tropicalizzazione ha raggiunto l’Italia. Serve un nuovo approccio, nulla sarà come prima”
Una dichiarazione che ha un peso diverso dal solito, perché a pronunciarla è il Ministro per la protezione civile dell’attuale governo di destra, Nello Musumeci.
Fin ad oggi, infatti, siamo stati abituati a dichiarazioni allarmistiche sul cambiamento climatico per lo più provenienti dall’opposto campo politico e ideologico.
Probabilmente le dichiarazioni di quest’ultimo tipo hanno pagato lo scotto di una eccessiva enfatizzazione, non limitandosi a descrivere le emergenze in essere ma minacciandone di più gravi.
Narrazioni che, secondo un articolo pubblicato sulla rivista Climatic Change da un gruppo di ricercatori europei, “vedono tutto nero” con un approccio controproducente: “Le narrazioni della paura possono diventare profezie che si autoavverano”.
Non so se ciò sia vero o condivisibile, ma so che è giunto il momento per tutti di cambiare approccio. E deve essere fatto subito.
Dal 1968, anno del terremoto nel Belice, ad oggi sono stati spesi 165 miliardi di euro per le opere di ricostruzione, perché poco o nulla ha funzionato in termini di prevenzione.
Ad ogni evento calamitoso che porta con sé una tragedia in termini di vite umane e di danni al territorio, ci commuoviamo, lanciamo gare di solidarietà, promettiamo che non accadrà mai più, ma dopo poco ce ne dimentichiamo e non impariamo la lezione.
Il cambiamento climatico ha raggiunto anche l’Italia e dobbiamo abituarci a lunghissimi periodi di siccità e brevissimi periodi di intensa pioggia. Dobbiamo definitivamente comprendere la gravità dei cambiamenti climatici e mettere in atto tutte le misure necessarie, e ciò anche per la responsabilità che abbiamo nei confronti delle generazioni future.
Dobbiamo però essere consapevoli che non vi possono essere delle soluzioni globali seppure il problema sia globale. Sono gli Stati nazionali che devono individuare le iniziative più efficaci in relazione alla specificità dei loro territori e del loro tessuto socioeconomico.
Ben venga quindi il piano nazionale per affrontare le piogge abbondanti e i lunghi periodi di siccità, annunciato dal Ministro Musumeci, che si fonda sua una rilettura delle identità e specificità del territorio.
Non c’è più tempo per dibattere se l’ambientalismo sia di sinistra o se esista anche a destra. Si trovi una soluzione che metta d’accordo tutti, isolando a sinistra il partito del no e a destra i negazionisti e gli eco-scettici.
San Giovanni Paolo II, in maniera illuminata, parlava di “ecologia umana”: l’uomo governa la natura ma non ha diritto di tiranneggiarla.