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La figura di Silvio Berlusconi passa definitivamente dalla cronaca alla storia. E come tutte le figure storiche, la sua vita e la sua molteplice e poliedrica attività saranno oggetto di una analisi e di una rilettura da parte degli storici e degli analisti.
Un personaggio talmente grande da essere stato protagonista in ogni settore della vita del nostro Paese: dallo sport all’industria, dalla comunicazione alla politica. Tutti i media per giorni saranno impegnati a parlare del Cavaliere, leggeremo e vedremo di tutto. Autorevoli commentatori, storici, esperti di comunicazione e politici si avvicenderanno sulle pagine dei giornali e sulle reti televisive. Per non parlare della pubblicazione sui social di foto con lui, più forse per una vanità di chi le pubblica che per un sincero e commosso ricordo.
Mi sono, quindi, chiesto se fosse il caso di scrivere qualcosa anche su Itaca Digitale, convinto da parte mia che questo sia il momento del silenzio e del raccoglimento spirituale. Ed inoltre, cosa avrei potuto scrivere che non sia stato già detto o che non si dirà. Ma un semplice atto di testimonianza era dovuto. Un rispettoso riconoscimento dell’importanza storica di Silvio Berlusconi.
Io non ho foto da postare, ma ho ricordi di passaggi importanti della mia vita legati alla sua figura.
Silvio Berlusconi è nel 1994 la prima manifestazione elettorale alla quale andai con mio padre, che da storico elettore missino riconosceva al Cavaliere il merito di aver dato legittimazione di governo alla destra e quindi anche a lui.
Silvio Berlusconi è indirettamente il motivo del mio trasferimento a Roma. Nel 2010, infatti, decisi di accettare la proposta di far parte dell’ufficio legislativo del gruppo parlamentare Futuro e Libertà, nato dalla scissione interna al Popolo della Libertà conseguente alla lite tra Fini e il Cavaliere. Avendoli vissuti, ritengo quegli accadimenti politici del 2010- 2011, che portarono alle dimissioni di Berlusconi IV, meritevoli una rilettura critica. Per quanto mi riguarda ci ho molto riflettuto, non rinnego nulla, ma ho rivisto la mia posizione.
Considero Silvio Berlusconi il premier italiano che più degli altri ha avuto un peso nell’interesse italiano sullo scacchiere internazionale, al netto dei sorrisini di Merkel e Sarkozy o forse proprio per quelli. E ritengo che sia stato un errore, seppure giuridicamente legittimo, cacciarlo dal Senato.
Voglio chiudere con un episodio che mi è stato raccontato da chi lo ha vissuto e che è esemplificativo del modo di essere di Silvio Berlusconi. Un suo collaboratore gli passò al telefono il proprio figlio perché gli facesse gli auguri e Berlusconi chiese al bambino quanti anno compisse. “Tredici” rispose il piccolo. E il Cavaliere prontamente: “Io alla tua età avevo già due anni in più!”.