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Mi.Mo.
Riceviamo e pubblichiamo da una lettrice.
“Signor Sindaco,
chi le scrive è una cittadina italiana, che ottempera a tutti i pagamenti di cui il Comune di Roma ha pensato bene di “caricare” i suoi abitanti, in base alla regola per la quale si pagano le tasse sui rifiuti urbani; anche se questi ultimi non vengono raccolti con giusta frequenza e le persone si vedono costrette a fare le gimkane per poter passare in strada accompagnate da un olezzo intollerabile. Questo anche perché i “secchioni” non vengono lavati da anni.
A questo proposito le dico che la città di Roma, “Museo a cielo aperto”, è diventata “discarica dei rifiuti a cielo aperto”, habitat naturale di animali selvatici che scorrazzano in città in prossimità della raccolta differenziata, dove trovano terreno fertile dato che l’immondizia imperversa sui marciapiedi: i contenitori sono saturi in modo stabile e permanente.
Una domanda mi sorge spontanea: perché pago la famosa TARI, se poi sono costretta a vedere il mio quartiere ridotto ad una discarica? Devo adeguarmi a fare del volontariato e sostituirmi all’Assessorato comunale nel pulire le strade dai sacchetti di plastica e senza smettere di pagare lo stipendio al personale addetto alla raccolta rifiuti?
Per quale fantascientifica regola noi comuni mortali e dannati dovremmo essere rispettosi delle regole, quando voi siete i primi ad infrangerle; non ottemperate ai vostri doveri (profumatamente “indennati”), di far rispettare il decoro cittadino e mettere nelle condizioni le Circoscrizioni di fornire servizi adeguati ai cittadini, che pagano le tasse?
Caro Sindaco Gualtieri, essendo Lei il primo cittadino di questa importante e meravigliosa città visitata da milioni di turisti provenienti da tutte le parti del mondo, non ritiene opportuno farsi una gita la domenica mattina per i quartieri e verificare di persona le condizioni attuali in cui versa Roma? Sarebbe ottimo segnale per noi cittadini, vedere il Sindaco in persona che verifica l’efficienza dei servizi. Le ricordo, Prof. Gualtieri, che lei è il Capo dell’Amministrazione di Roma, non solo del Centro Storico, ancorché pure quello, lasci ormai a desiderare.
Non so se leggerà questa lettera, ma se per caso, per qualche motivo, le dovesse capitare, la legga molto lentamente: è il grido di aiuto della Città, e in particolare dei cittadini che hanno la sventura di vivere fuori dalla ZTL e dalla “Cittadella del Potere”.
In finale: lei è circondato dalla memoria di Grandi della Storia; si ponga la domanda: Io per cosa verrò ricordato?”
Mi.Mo.