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Non è estate senza i tormentoni musicali, senza “sapore di mare alla TV, senza scatti rubati o concordati di bellezze o meno al bagno. A mancare dovrebbe essere invece la tradizionale crisi di governo estiva. Niente governi balneari e rimpasti, né tantomeno sono in programma mozioni di sfiducia agostane o dimissioni di premier a fine luglio.

E chi, dopo l’estate politica del Papeete, prevede una probabile estate del Twiga è sicuramente fuori strada.  La vicenda Santanchè, anche se si dovesse concludere con le dimissioni del ministro del turismo, non rovinerebbe l’agosto del Governo.

Giorgia Meloni è consapevole di avere una maggioranza solida che, come tale, è uscita dalle urne e non da alleanze successive alle elezioni. Anzi la sensazione è che, se servisse, la maggioranza potrebbe anche allargarsi in nome di una riforma della giustizia in senso garantista.

Con questi presupposti sarà una tranquilla estate di Governo, anche perché con la sospensione dei lavori parlamentari dovrebbero diminuire le occasioni di incidenti. Unico pericolo potrebbero essere le dichiarazioni poco ponderate, sotto l’ombrellone, di ministri o di alte cariche.

Visto il profilo della premier immaginiamo che la sua sarà un’estate normale e sobria, non ai livelli di Aldo Moro al mare in giacca e cravatta ma neanche come Salvini a torso nudo in consolle.

Sarà un’estate mare, sole e PNRR. Da un lato, infatti, il Governo dovrà impegnarsi sulle modifiche al piano e sulle interlocuzioni a livello europeo, dall’altro Elly Schlein propone un’estate militante sulle spiagge a parlare del PNRR.

Ma cosa vogliono veramente gli italiani? Probabilmente non essere disturbati almeno ad agosto per cui “buone vacanze comunque a chiunque, ovunque, comunque, qualcunque, perunque, ovunque”.