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Il mondo da tempo é avvolto in un nuovo mistero. Ma a differenza dei segreti inconoscibili, questo una risposta potrebbe averla. Eppure, in mezzo a cotanto arrapante giornalismo d’inchiesta, ad oggi non ha trovato adeguata trattazione, né soluzione, l’enigma globale seguente: ma perché nell’orbo terracqueo ci sono così pochi mezzi aerei anti-incendio? Perché ci sono così pochi Canadair, Bombardier, Viking o come diavolo oggi si chiamano? E come mai c’è una sola azienda costruttrice al mondo ed é in Canada? Guardate che non lo dice un passante, ma il ministro italiano per la Protezione civile Nello Musumeci, che denuncia l’esistenza di un monopolio mondiale. Ma com’è possibile? L’Italia ha meno di venti aerei di questo tipo e ne avrebbe bisogno almeno il doppio: la flotta é ben gestita dai Vigili del fuoco, ma é del tutto insufficiente. L’Unione europea ha un programma di incentivazione: toccherà all’Italia verso il 2030. Campa cavallo che così non campa, manco per niente. Mentre siamo bombardati da interminabili e pavimentali discussioni “ideologiche” sull’esistenza o no del mutamento climatico, non c’è uno straccio di approfondimento su questa assenza. Non é un dibattito da cena estiva, tanto per; l’Italia brucia e non ci sono mezzi per spegnere il fuoco. E questo lo so: le fiamme spesso sono domabili solo dall’alto. Insomma, con le “truppe di terra” – vigili del fuoco, forestali, volontari – la battaglia in molti casi si perde; soprattutto quando vanno in fumo ettari di bosco, incluse le aree vicine alle abitazioni: insomma, occorre l’”aeronautica” antincendio. Non me ne intendo, ma non abbiamo un’industria aerospaziale di primo livello in Italia e in Europa? Leggo che il comparto nazionale include oltre 4.000 aziende, per un indotto complessivo di 13,5 miliardi di euro (0,65% del Pil) e con un valore aggiunto di 12 miliardi di euro e oltre 150 mila posti di lavoro. E pure che il nostro settore aerospaziale è settimo al mondo: dà un apporto significativo a programmi europei e internazionali come Leonardo, Agusta Westland, Avio Aero e Thales Alenia Space. Ebbene, sì sono contento. Ma posso sapere perché nessuno in Italia e in Europa costruisce aerei antincendio?
Mi dicono che un velivolo di questo tipo costa meno 25 milioni di euro. Non mi pare, in tempi di PNRR – a proposito sono risorse utilizzabili e se no, perché? – una gran cifra. Quindi con 500 milioni di euro potremmo raddoppiare la nostra flotta. E allora? Bruxelles non é la capitale di Mercato e Concorrenza? Come si spiega tale monopolio in costruzione e vendita in un campo in cui sono in gioco la sicurezza delle popolazioni? So cosa c’è sopra tutto ciò: il cielo. Mi piacerebbe conoscere cosa c’è sotto.