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Il conflitto in Israele. La questione palestinese. Hamas. La striscia di Gaza. Si tratta di parole che avevamo lasciato un po’ da parte, ma che sono ritornate attuali in maniera prepotente e violenta.

Immagini di civili, donne e bambini massacrati ci fanno piangere il cuore. Che si tratti di israeliani o di palestinesi. Non è un’ovvietà, perché in questo derby permanente tra opinionisti da salotto televisivo, casalingo o da chat virtuale sembra emergere che ci siano vittime più vittime delle altre.

Ciò che sta avvenendo, così come per il conflitto russo – ucraino, era facilmente prevedibile data la situazione. Ma sembra che non si possa dirlo, data la dura e aggressiva reazione alle parole del Segretario Generale dell’ONU, Guterres, che si era limitato a descrivere una situazione storica di fatto.

Ma è veramente questo il modo corretto di affrontare una questione che affonda le sue radici in un passato lontano?

Secondo me no, ma preferisco, soprattutto davanti a quelle immagini di bambini trucidati, non disquisire su come tutto è nato o su quello che è accaduto, in tutti questi anni, in quel ghetto prigione che è la striscia di Gaza.

Perché sia ben chiaro: nessuno può essere minimamente giustificato per il compimento di atti terroristici come quelli di Hamas. Ma la reazione di una democrazia, come Israele si onora di essere ed è, non può essere in dispregio dei diritti umani o travalicando il diritto internazionale.

Se veramente si vuole raggiungere una soluzione non si può che partire dall’affermazione dei diritti e riconoscere che anche il popolo palestinese ne ha. Perché se viene negato il diritto alla vita e alla dignità umana in primis, si fomenterà una frustrazione e una reazione che non farà altro che ingrossare le fila di Hamas.

Si cerchi di ragionare in maniera diplomatica e razionale, senza pregiudizi o tifoserie, per arrivare ad una soluzione che sia per quanto possibile rispettosa e dignitosa.

Come recitava un vecchio manifesto di un’organizzazione politica giovanile a me cara: sicurezza per Israele, indipendenza per la Palestina.