contenuto a cura di
Valentina Marsella
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La moria delle cozze, l’SOS lanciato per salvaguardare i ricci di mare, il riconoscimento del pane toscano DOP, i complotti dietro le scie chimiche e la battaglia per scacciare il cinipide dai castagneti. Sono solo alcune delle interrogazioni bizzarre, depositate in Parlamento ma anche a Bruxelles da parte di eurodeputati italiani che animano le grigie giornate della politica e che almeno – se all’apparenza per non dire in sostanza possono sembrare inutili – strappano un sorriso.

A Bruxelles oltre al sorriso per gli argomenti buffi e scanzonati sono felici anche perché ogni interrogazione presentata viene premiata con 1500 euro. Non molti per i politici navigati che hanno stipendi e vitalizi mica da ridere, se non fosse per la raffica di interrogazioni che in Europa sembrano aver preso la mano di alcuni dei nostri rappresentanti. E allora scrivere diventa un piacere, in alcuni casi una boutade, in altri una provocazione, o un modo per buttarla in caciara e distogliere l’attenzione del popolo dai veri problemi, e di rado una vera e propria convinzione dell’eletto di regolamentare il futile.

Tra l’ironico e il provocatorio, chi non ricorda lo scherzo da prete – o quasi – che nel 2018 l’allora senatore del PD Tommaso Cerno rifilò al premier allora in carica Giuseppe Conte. In un’interrogazione urgente depositata in Senato e inserita nella buca della posta dei vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio, Cerno chiedeva “se i Ministri Di Maio e Salvini non ritenessero di voler appurare, secondo le attribuzioni loro proprie, lo stato di salute del Presidente del Consiglio Conte e se questo fosse ancora nell’esercizio delle sue funzioni, ovvero, dopo le magre figure raccolte, non avesse preferito trascrivere unicamente il titolo di Presidente del Consiglio nel proprio curriculum vitae per poi ritirarsi a vita privata“. Una provocazione pungente per reclamare, a detta di Cerno, l’assenza totale del premier in un momento di grave emergenza per il Paese.

E ancora tra le idee balzane frullate nella testa degli inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama, merita un posto nella top ten l’interrogazione del 2020 della grillina Paola Deiana, tutta incentrata sulla salvezza del riccio di mare Paracentrotus lividus, sottoposto a un prelievo intensivo in Sardegna, Puglia e Sicilia. Della serie anche i ricci piangono. Destino decisamente opposto per il granchio reale blu, che invece imperversa nei mari del mondo e prolifera incontrollato a discapito dei pesci. In questo caso le interrogazioni, da quelle a Bruxelles degli ultimi mesi all’ultima presentata in Senato dalla Lega all’inizio di ottobre e indirizzata al Ministro dell’Agricoltura, danno letteralmente la caccia al crostaceo autoctono della costa orientale degli Stati Uniti diventato famoso per la sua voracità e per i danni causati all’attività dei nostri pescatori.

Performer mai pago e recordman assoluto nelle interrogazioni originali – ma di opinabile utilità sociale –  il senatore di FdI Gaetano Nastri, alle prese con avvistamenti Ufo e serie B di calcio a 21 squadre quando era premier Matteo Renzi. Addirittura nel 2015 si è scagliato contro il mancato allestimento di alberi di Natale negli uffici postali di tutta Italia. Da perfetto antagonista del Grinch, il politico novarese criticò le Poste, colpevoli di non voler addobbare gli uffici con realizzazioni “ingombranti”. Argomentazioni pretestuose secondo Nastri, che nascondevano la volontà di non mettere in evidenza simboli della nostra tradizione, magari con l’intento di non “offendere” i cittadini di altre religioni. Non è tutto per il recordman delle interrogazioni impossibili, che ha ipotizzato presunte battaglie aeree tra i nostri Tornado e i velivoli alieni, perché è anche riuscito a escogitare una proposta di legge in cui si aveva in mente di introdurre la raccolta differenziata per le gomme da masticare, associato a una campagna di comunicazione sui danni derivanti dal rilascio nell’ambiente dei chewing gum. Un’iniziativa che non deve essere piaciuta troppo al gruppo dirigente di FdI che, probabilmente esausto per le bizzarrie di Nastri, ha costretto quest’ultimo a una tardiva ritrattazione.

E che dire dell’operazione ‘Free mandolino’ del deputato M5S Luigi Gallo che ha rivolto nero su bianco un attacco alla scuola pubblica per una ‘inaccettabile e incomprensibile discriminazione’ nei confronti dello strumento del mandolino, che non è stato colpevolmente inserito nelle discipline insegnate nei licei a indirizzo musicale.  Se dici mandolino, non puoi non pensare agli spaghetti e alla pizza. Ma anche in questo caso la battaglia per difendere il nostro grano e i nostri prodotti è stata oggetto di numerose interrogazioni al Parlamento Europeo. Tra tutte, quella del leghista Guido Guidesi che ha denunciato l’intrusione di spaghetti canadesi, maccheroni turchi e pane ucraino. Insomma, una confezione su tre nel Paese della pasta fatta con grano straniero. Alla faccia del made in Italy