contenuto a cura di
Francesco Rossi
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Chi sostiene che il calcio sia l’anticamera dell’ignoranza, sbaglia. Chi pensa che seguire il calcio sia solo da italiani medi, sbaglia due volte. Come in tutte le cose della vita c’è sempre il risvolto della medaglia, e spesso certe teorie si attraggono come nel principio della legge dell’attrazione; in poche parole, siamo quello che pensiamo. Ma la visione che fornisce un evento calcistico è grandangolare, a 360°, che può diventare un piccolo e quasi inutile zoom di una fotocamera del cellulare. Come sempre dipende dall’approccio con cui si decide di seguire questo sport. Se ci si sofferma solo a ciò che accade nel terreno di gioco durante i 90° è chiaro che tutto rimane fine a se stesso.

Seguire il calcio ad ampio raggio può invece aprire le mente verso nuovi mondi e nuovi orizzonti. Cosa si intende per ampio raggio? Si intende andare oltre la partita, studiare luogo e territorio di provenienza della squadra avversaria. Tradizioni e culture. Naturalmente è molto semplice, fare tutto ciò nel cartellone di prima fascia dove a sfilare c’è una parata di big stellari. Più semplice, ma non per questo inutile. Tutti conoscono Milano, Torino, Napoli piuttosto che Londra, Parigi o Madrid intese come città, non tutti però conoscono fino in fondo la loro storia. E fino a qui tutto bene, o quasi. Il livello di difficoltà aumenta sicuramente man mano che si scende di categorie, soprattutto dalla Lega Pro in giù.

Il boom si è sicuramente registrato dalla fine degli anni ‘70 quando dalla Serie C unica a tre gironi si è passati a C1 e C2, per un totale di cinque gironi. C’era praticamente di tutto. Dal capoluogo di provincia, caduto in disgrazia o livellato per quella categoria, al piccolo centro più sperduto cui probabilmente senza la ribalta calcistica nessuno avrebbe mai saputo dell’esistenza. Addirittura piccoli quartieri arrivati in Champions League come il Chievo di Verona, che rappresenta l’eccezione fin qui unica. Fallito il club gialloblù la città Scaligera ci riprova con la Virtus Vecomp, da anni in terza serie ed piena zona playoff nel campionato corrente.

Nonostante quarant’anni fa la comunicazione fosse solo circoscritta ai quotidiani cartacei l’esposizione è stata abbastanza importante grazie al periodo d’oro che attraversava l’editoria, con i giornali di settore che potevano permettersi un inviato per ogni campo. Anche per seguire la Marzotto Valdagno, centro del vicentino famoso per la presenza dalla fabbrica tessile Marzotto. Qualche chilometro più in là il Clodiasottomarina di Chioggia. A completare il cerchio la Trevigliese di Treviglio (BG). Dalla pianura padana al profondo sud. In Campania con l’Internapoli del quartiere Vomero di Napoli, mentre in Sicilia abbiamo l’Acaquapozzillo di Acireale (cittadina del catanese famosa per il carnevale) e la Massiminiana del capoluogo etneo. Siamo nel 1970 con la C in tre gironi come unica soluzione.

Lo spacchettamento tra C1 e C2 avverrà agli inizi degli anni ‘80, come detto precedentemente.  Da notare in questi anni la denominazione dell’Ascoli a cui veniva affiancato il nome dello stadio; così abbiamo il Del Duca Ascoli. Siamo poco prima dell’era Rozzi – Mazzone. Nel 1973 la novità più rilevante è rappresentata dalla presenza della Cossatese direttamente da Cossato (VC). Curiosa anche la partecipazione del Rovereto, nota località sciistica del Trentino e del Derthona di Tortona. La stagione successiva annovera la Gavinovese (l’anno dopo diventerà semplicemente Novese) che rappresenta Novi Ligure, diventata famosa negli anni avvenire per un increscioso fatto di cronaca nera che sconvolse l’Italia.  Da Genzano (Castelli romani) ecco il Cynthia, sarà la prima di due sole partecipazioni nei professionisti. Nel 1977 fa il suo debutto l’Alcamo (TP).

Terminata l’avventura nel 1985 non si è più risollevato. Il campionato del 1978 è l’ultimo prima della scissione in cui si affaccia l’Audacia SME del quartiere San Michele Extra di Verona. Due anni dopo ecco la Real Cerretese, squadra locale di Cerreto Guidi in provincia di Firenze. Siamo nel girone A del campionato di C2 del 1980 che vedrà i cerretesi chiudere al nono posto in classifica. Nello stesso girone anche Albese e Pietrasanta, provenienti da località più rinomate (Alba è la patria del tartufo) ma unite dalla stesso destino: sparite dai radar. Più corposo il gradino di mezzo, cioè il girone b (in questa annata c’erano ancora tre gironi), in cui troviamo un sestina niente male: Adriese (Adria), Arona, Aurora Desio, Conegliano, Monselice (allenato da Edy Reja) e Rhodense figlia di Rho famosa località che ospita la nuova Fiera di Milano.

Ad Arona e Conegliano non occorreva il pallone per essere rinomate. Ma è nel raggruppamento centro meridionale che troviamo quella che, in assoluto, è la squadra calcistica più curiosa di sempre: il mitico Banco di Roma. Fondato nel 1970 nel giro di 8 anni raggiunge il professionismo partendo dalla Prima Categoria. Resiste 5 anni, poi la cancellazione definitiva senza che sia mai retrocessa sul campo. La Capitale in quella stagione annoverava un’altra società, l’Almas, del quartiere Appio – Latino.

Un po’ più a nord e precisamente alla porte di Ancona troviamo l’Osimana (Osimo). La stagione seguente Roma triplica la presenza con l’arrivo del Casalotti, società dell’omonimo quartiere incastonato tra Boccea e l’Aurelia. L’avventura dura solo un campionato, pur essendo retrocesso per due soli punti. A fargli compagnia il Sansepolcro, mentre va decisamente meglio al Sant’Elena (Sant’Elena Quartu), anche se si tratta di un fuoco di paglia. Infatti tutte sono tornate nelle serie inferiori. Nel girone centro- settentrionale troviamo Mira (Ve) e Città di Castello. Gli umbri si sono nuovamente affacciati in serie C una decima di anni fa, ma è stata un’apparizione fugace.

Sul campo si erano salvati ma sono transitati nella stagione della nuova riforma con il ritorno a tre gironi unici di C (che è quella attuale) e solo le prime 12 classificate avevano diritto di parteciparvi, le altre retrocedevano in CND. Proseguendo il percorso verso nord troviamo la Caratese  di Casatenuovo (LC) e l’Omega, località questa già più conosciuta. L’anno seguente, siamo nel 1982, partiamo dalla C1 in cui fa irruzione il Campania squadra del quartiere Ponticelli di Napoli da cui ha inizio la carriera da tecnico di Claudio Ranieri. E’ nella categoria inferiore che Napoli e provincia si scatena con ben tre rappresentanti, ovvero: Casoria, Frattese e Palmese. Mentre fa il suo ingresso la Rondinella Marzocco, del borgo San Frediano di Firenze. Vivrà buone annate tra i prof. sfornando anche buoni giocatori. Ma è nel girone A che arriva direttamente dal quartiere Boccaleone di Bergamo, la Virescit. La prima avventura finisce male ma la società orobica non demorde e vittoria dopo vittoria arriva addirittura a giocarsi la promozione in B che perderà solo con la spareggio contro il Perugia. Da li il lento ed inesorabile declino.

Da notare la forte presenza dei quartieri di città. Pochi movimenti nell’anno seguente, 1983. Da segnalare il Carbonia (CA) l’Ospitaletto (BS), squadra da cui usciranno fuori Gigi Maifredi ed i suoi terribili ragazzi che faranno grande il Bologna qualche anno più tardi, e l’Elpidiense (Porto Sant’Elpidio) nel girone C.

Nel 1984 abbiamo la curiosa Brembillese di Val Brembilla (BG) e la non meno interessante Pro Italia Galatina, di Galatina (LE). L’anno seguente da registrare la Pievigina (Pieve di Soligo, TV) e la Centese di Cento (anche qui con un carnevale all’avanguardia) Il 1986 è un anno di grazia con una bella infornata di squadre sconosciute. Arrivano la Cairese, già Juniorcasale (Cairo Montenotte, SV), l’Entella Bacezza (Chiavari), il Sorso (SS), dalle belle spiaggia di Marina di Sorso ma soprattutto per la produzione di vino con la Cantina sociale, il Leffe (dopo il sorso ci sta tutto..), l’Orceana  di Orzonuovi, paese natale di Cesare Prandelli e all’epoca allenata da Maifredi), l’Aesernia (IS), l’Angizia Luco (Luco dei Marsi, AQ), e si affaccia per la prima volta il Sassuolo.

Il campionato successivo (1987) vede l’esordio del simpatico Cuoipelli di Santa Croce sull’Arno (PI), dell’Oltrepò dall’omonimo paese del pavese, del Suzzara (MN) ma soprattutto del Chievo Verona. Anche nel 1988 continua l’escalation dei quartieri fa irruzione la Lodigiani della Borghesiana di Roma. Nello stesso girone (A) ecco la Saviglianese di Savigliano (CN). Spostandoci più ad est e cambiando raggruppamento troviamo il Telgate (BG) e il Giorgione di Castelfranco Veneto.

Poco da segnalare nella penultima stagione degli anni ‘80 (1989) con la presenza dell’Ilvamaddalena direttamente dalla splendida isola sarda de La Maddalena e della Juventus Domo dalla città di Domodossola. Nell’anno di Italia 90 anche Cagliari può fregiarsi di una quartiere calcistico con il La Palma dall’omonima zona. Dai quartieri alle carceri il passo è breve. Infatti nel 1991 debutta l’Astrea squadra di calcio del penitenziario romano e di proprietà della Polizia Penitenziaria. Caso assolutamente unico in tutto il panorama. Sempre lo stesso anno e nello stesso girone milita la Sangiuseppese di San Giuseppe Vesuviano. Non solo pubblici ufficiali, in C2 arrivano anche Peppone e Don Camillo grazie al Brescello. I gialloblu arriveranno ad un passo dalla promozione in B. Il girone C presenta l’Albanova di Casal del Principe (CE).

Invece è il 1997 quando si affaccia San Lazzaro di Savena (BO) con l’Iperzola. Sono gli stessi anni del Meda, centro della Brianza alle porte di Monza. Ed è anche brianzolo il Renate (poco più di 4 mila anime) diventato presenza fissa in serie C. Senza dimenticare altre lombarde come il Carpenedolo e il Pizzighettone. O i toscani del CuoioCappiano, con sede a Ponte a Cappiano di Fucecchio. O gli abruzzesi del Morro d’Oro.  Lombardia ancora protagonista nella stagione 2007/08 grazie alle presenze di Caravaggio (BG) con la Calcio Caravaggese, Lumezzane e Rodengo Saiano (BS). Questo girone annoverava anche il Mezzocorona (TN)  e la Canavese di San Giusto Canavese (TO). In ordine sparso hanno anche partecipato l’Itala San Marco di Gradisca d’Isonzo (GO), la Sambonifacese, San Bonifacio (VR), la Colligiana, Colle di Val d’Elsa (SI), il Figline, Figline Valdarno (FI) paese di Sarri. La Giacomense di Masi San Giacomo Masi Torello (FE), la Sangiustese, Monte San Giusto (MC), l’Isoli Liri (FR), il Noicattaro (BA), l’Igea Virtus di Barcellona PdG (ME). Ma anche la Sacilese, Sacile (PN), la Tritium di Trezzo sull’Adda, i Crociati Noceto, Noceto (PR), la Villacidrese, Villacidro (VS), il Neapolis di Mugnano di Napoli.

Il piccolissimo Borgo a Buggiano, Buggiano (PT), l’HinterReggio nata dalle ceneri della vecchia Reggina. Citazione finale per la Giana Erminio. Affacciatasi per la prima volta nel 2013 la squadra di Gorgonzola (MI) famosa per il formaggio, deve il suo curioso nome ad un alpino eroe, Erminio Giana, morto sul fronte durante la prima guerra mondiale, cui la città natale ha voluto dedicare la locale società calcistica.