contenuto a cura di
Francesco Rossi
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Il vento dell’indottrinamento settoriale spira ancora forte in Italia. Sul carro alato della prostituzione intellettuale ci sono un po’ tutti tra i soliti noti. Solite anche le note; ciò che si può o non si può dire lo decidono sempre loro. Che sia giusto o che sia sbagliato. Sta nella disinformazione dai ritmi ossessivi la chiave del derviscio rotante, perché a furia di girarci incessantemente intorno, anche col rischio di essere noiosamente ripetitivi e martellanti, l’ignaro individuo ci crede davvero (colto dall’effetto Galatea) perché i bassifondi dell’immensità sono pieni di viandanti in cerca di ospitalità nel salotto buono del mono-pensiero, in cui non c’è spazio per la dualità. Così le inconsolabili vedove hanno trovato ospitalità nel salotto di Bruno Vespa (chierichetto e voce del padronato cosmopolitico, nonché grancassa del nuovo ordine mondiale) che da terza Camera, si è via via trasformato nel megafono di coloro che pervicacemente convinti delle loro teorie sono sempre smentiti dai fatti. Più non ci azzeccano, più hanno voce e visibilità. Così capita di vedere nuovamente in TV le esperte virostar di covidiana memoria a parlare ancora di vaccini fine dose mai. Esattamente come con la pena carceraria, anche il nuovo ordine sociologico di massa vorrebbe l’ergastolo, ma del libero pensiero. L’unica maniera per provarci è quella di nascondere l’altra metà del cielo che spesso rappresenta la verità che non deve emergere. Soprattutto quando nell’altra metà del cielo si materializza la figura di Peter McCullough, cardiologo di fama internazionale con un curriculum tale che i nostri eroi dalla siringa facile farebbero fatica anche a leggere. E’, inoltre, tra i medici più importanti al mondo: lavora al Baylor University Medical Center a Dallas, in Texas, e ha pubblicato 678 lavori scientifici, con oltre 30 studi peer-reviewed sul coronavirus SARS-CoV-2. Attualmente è il Chief Scientific Officer della Wellness Company, che fornisce terapie domiciliari. Insomma, non proprio un Crisanti qualsiasi intento a cantare la canzoncina di natale con strofe sul vaccino, assieme a Bassetti e Pregliasco. Perché un cardiologo, per quanto tra i più qualificati al mondo, dovrebbe essere messo a tacere e silenziato repentinamente? Per due sostanziali motivi, il primo: ha osato sostenere che “ I vaccini Covid-19 sono stati il più grande esperimento umano mai fatto nella storia”, altresì aggiungendo che “hanno lasciato circa il 15% di coloro che li hanno presi con una qualche forma di problema medico”. Da qui l’elaborazione di un protocollo per la disintossicazione dalla Spike, che starebbe all’origine di tutti i guai post vaccino. Proteina ancora presente nelle cellule e nei tessuti di chi ha deciso di inocularsi. Questo passaggio in avanti è sicuramente l’evento che può destabilizzare e far crollare tutto il panegirico di menzogne costruite con il solo scopo di terrorizzare le persone ed indottrinarle sull’altare del dio vaccino. L’epitaffio dei pifferai magici. Che il protocollo messo a punto dal professore statunitense sia oltre che valido, anche meritevole di approfondimenti, lo testimonia il fatto di essere stato pubblicato dalla prestigiosa rivista medico scientifica Jounal of American Physicians and Surgeons. La Spike è presente nel virus del Covid ma viene anche prodotta nel corpo dopo la vaccinazione anti Covid e non rimane nel deltoide, come hanno tentato di fare credere “gli esperti”. Ed essendo una proteina non naturale (il batterio è “scappato” da un laboratorio di biosicurezza cinese, utilizzando progetti provenienti da ricercatori statunitensi completamente finanziati dal National Institutes of Health e dal National Allergy Immunology branch di Anthoni Fauci), il corpo umano non ha enzimi necessari in grado di abbatterla ed eliminarla. Questo meccanismo scatta una volta che il siero entra in circolo nel sangue – secondo McCullough – e sarebbe alla base dei problemi cardiaci, quali le miocarditi, e dei malori improvvisi, in quanto può causare infiammazioni e coagulazione in qualsiasi tessuto in cui si accumula. Cosa prevede, dunque, il percorso di “pulizia” dalla Spike studiato dal professore americano? Il protocollo consente alle persone di affrontare in maniera proficua la questione utilizzando tre prodotti tutti naturali: nattochinasi, bromelina e curcumina, tutti articoli da banco e facilmente reperibili anche per via della totale assenza di effetti collaterali. La nattochinasi è un enzima che si ottiene dalla fermentazione della soia, molto usato in Giappone per i suoi benefici effetti cardiovascolari. Accurati studi preclinici hanno dimostrato il deterioramento della proteina Spike. La bromelina è un concentrato di enzimi derivati da steli di ananas, approvati dall’FDA statunitense e dall’Agenzia europea per il farmaco, buona per il trattamento delle ferite. Come per il primo caso, anche qui i risultati contro la Spike sono stati confortati. Terzo ed ultimo prodotto, la curcumina. Si tratta di un composto attivo nella curcuma ed ampiamente utilizzata per le sue proprietà antinfiammatorie. Bloccherebbe il processo espansivo della proteina. Nel protocollo sono anche riportate le modalità di dosaggio, che vanno eseguite per almeno tre mesi anche se come in qualsiasi cura medica le tempistiche possono variare da individua ad individuo. Infatti è prevista anche la possibilità di uno sforamento di un anno, al massimo. Peter McCullough sostiene di aver notato e sperimentano nelle persone che si sono sottoposte a questa terapia, sollievo da sintomi come intorpidimento, formicolio, battito cardiaco, mal di testa e perdita dei sensi. Protocollo che è stato presentato durante il ReAwaken America Tour a Los Angeles, un evento paragonabile all’International Covid Summit svolto in Belgio. Il tutto nel silenzio generale della stampa italiana. Nessun accenno, nessun trafiletto, niente di niente a conferma della grave crisi deontologica che attraversa questa professione, sempre più vittima della globalizzazione neoliberale, che solo di facciata, ha sostituito l’informazione di regime dei totalitarismi del novecento, con un finto pluralismo, in cui in realtà i plurali sono espressioni dello stesso. E quindi creano egualmente l’informazione unica, finemente articolata. Il pensiero critico interrompe l’ordine delle cose, mettendo a servizio della libertà la possibilità di essere altrimenti. Si spiega così l’avversione nei confronti del pensiero critico e di chi ancora lo eserciti. Il protocollo McCullougt potrà anche essere sbagliato, inefficace, ma ciò non toglie che, come il vaccino anti Covid, è figlio della scienza. Evidentemente di una scienza sbagliata, figlia di un dio minore, in quanto non allineata al filone unico di Big Pharma.